BIBLIOGRAFIA

  Cinquanta passi             all'indietro.

                         Nulla Die 2022

Presentazione a cura di Luca Favaro.

Un libro di poesie. Perché?

Francamente, scrivere poesie, si è rivelato come un importante esercizio di disciplina, sintesi e rispetto.

Disciplina: la poesia non  può essere buttata lì a casaccio. Nasce spontaneamente, ma si sviluppa lentamente e meticolosamente. Esistono delle regole; bisogna servirsene finché sono utili, e sbarazzarsene prima che diventino di intralcio. Quando si lavora su una poesia, si deve trovare il giusto compromesso tra spontaneità, semplicità e raffinatezza. Ogni parola va meditata, ricercata, adottata, abbandonata, centellinata al fine di enfatizzarne la spontaneità.

Sintesi: la poesia non può beneficiare di tanto spazio come un racconto o un romanzo. Centra il cuore con una parola. Un solo verso, deve risvegliare la stessa quantità di emozioni di un intero romanzo.

Rispetto: un poeta deve prima di tutto imparare a dare un nome alle proprie emozioni e rispettarle; che siano positive o negative. Quando componi una poesia, devi essere consapevole di ciò che sta uscendo da te, ma accettare il fatto di non poter controllare ciò che entra in colui che legge.

Un poeta parla di sé senza mai rivelarsi completamente, lasciando quello spazio vuoto che spetta al lettore di riempire con le proprie fantasie.

La poesia mi piace perché non si esaurisce mai. Un verso oggi risveglierà una serie di emozioni, ma domani ti aprirà un mondo nuovo, e così sarà per sempre. Un libro di poesie si rinnova continuamente; cambiano i suoni, cambiano i colori, nulla è più attivo di una poesia.

Infine, ho composto queste poesie, perché so che saranno in pochi intimi a leggerle; coloro che amano la parte più profonda dell'esistenza, continuamente alla ricerca di saziare quella fame che nasce da quella parte di sé in cui alberga il Divino: il cuore.

                     Luca.


I've seen you

Mc Grath House - 2018

God's light is present "here" and "now", in each person we meet every day, in the beauty of the nature, in everything that surround us and everything that fills our life. Often we are not aware of it, often we are not able to see that Light, but when it happen, when we taste God's Love, our heart open wide making our eyes able to really see for the first time.
And even if nothing has changed, everything is different. 

Ho deciso di tradurre da me il mio secondo libro di racconti in inglese. La mia decisione scaturisce dall'esperienza vissuta con "The sun in a tear", in cui qualcuno mi ha fatto notare che la traduzione non era il massimo, in diversi punti anche piuttosto fredda e asettica. Ho imputato questo al fatto che, pur rivolgendosi a un madrelingua per la traduzione, difficilmente si riesce a ricreare il "pathos" della lingua originale, inoltre spesso un estraneo, a meno che non abbia un rapporto di affinità particolare con l'autore, non riesce a rendere pienamente i sentimenti che possono aver spinto quest'ultimo a scrivere. Per questo ho deciso di tradurre io personalmente i miei racconti, servendomi della mia discreta conoscenza dell'inglese. Per una serie di circostanze ho avuto la fortuna di conoscere il Neozelandese Grant Leishman, autore di un certo spessore, splendida persona, che mi ha proposto di lavorare all'editing dei racconti, aiutandomi quindi a sanare tutte le "pecche" di una traduzione non perfetta. Ho conosciuto anche Rachel Mc Grath, autrice Australiana, direttrice della Mc Grath House, che ha deciso di lavorare alla creazione della copertina e all'impaginazione, ed ecco a voi "I've seen you", mio secondo libro in lingua inglese. In esso convergono alcuni racconti tratti da "Ti ho visto" (la maggioranza), uno tratto da "Il sentiero della libertà", e uno inedito. Il libro in versione cartacea sarà distribuito in tutto il mondo dalla piattaforma Americana Ingramspark, l'ebook invece su Amazon KDP, sarà reperibile dal primo gennaio 2018, giusto per cominciare il nuovo anno alla grande!

Per ora, sono contento del fatto che il libro, pur non essendo ancora disponibile sul mercato, stia raccogliendo diversi consensi dagli "addetti ai lavori", ottenendo una recensione a 5 stelle su Reader's Favorite. Che ne sarà di questo nuovo capitolo internazionale? Chi vivrà vedrà.


Il tempo senza ore

Nulla Die - 2015

Marco Galeotto, alla soglia dei cinquant'anni, è un apprezzato maestro di musica e brillante direttore di coro. La sua carriera è all'apice, fino al giorno in cui strane e indecifrabili amnesie cominciano a turbare la sua quotidianità. Una storia struggente, sulla malattia, sul caos che determina non solo in chi ne è affetto, ma altresì in coloro che devono sobbarcarsi l'onere dell'assistenza, spesso abbandonati a se stessi, tanto dai parenti quanto dalle istituzioni. Una storia d'amore, inteso non soltanto come passione, ma soprattutto come sacrificio e devozione, valori oggi grandemente dimenticati. Un romanzo che s'incide sottopelle, ricordandoci quant'è labile la linea che divide sanità e malattia, invitandoci dunque a godere appieno del tempo che ci è concesso.

Già la quarta di copertina sarebbe sufficiente a spiegare il mio primo romanzo, Il tempo senza ore, un libro che costituisce una vera e propria svolta sotto tutti i punti di vista. Ancora una volta parlo di realtà vissuta; il calvario che si trovano ad affrontare le persone affette dal morbo di Alzheimer e soprattutto i familiari che devono assisterli. Gli aneddoti narrati in questo romanzo sono realmente accaduti, sia a me, (mio padre è stato malato di Alzheimer ed è morto nel 2005) sia ai malati e ai familiari che ho incontrato  nel nucleo per demenze in casa di riposo. Tuttavia questa volta ho voluto inventarci una storia, soprattutto per assecondare il mio desiderio di abbandonare la narrativa personale e intimistica. Un'altra svolta consiste nell'incontro con Giuseppe Palladino, editor dell'agenzia Riscrivimi, con cui ho lavorato intensamente per far sbocciare il testo e portarlo al miglior stato possibile; questo libro mi ha fatto scoprire la figura professionale dell'editor; un vero e proprio partner per l'autore, soprattutto se tra i due nasce quell'intesa che è nata tra me e Giuseppe, che ha indubbiamente dato i suoi frutti. Altra svolta: ho incontrato un editore serio, cosa questa per niente scontata nell'attuale panorama editoriale italiano, che è la Nulla Die di Massimiliano Giordano. Lavorare con Salvatore Giordano per creare un prodotto ineccepibile sotto tutti i punti di vista, è stato un ulteriore motivo di crescita per me. Altra svolta: questo romanzo mi ha dato la possibilità di incontrare altri artisti, autori come me, editori, pittori, musicisti e attori, aprendomi a un nuovo mondo che è quello dell'arte, una realtà che trovo stupenda e in cui adoro starci dentro. Da questo libro è nato lo spettacolo teatrale Il tempo senza ore show, di cui vi parlerò nell'apposita sezione dedicata, frutto dell'incontro tra gli attori e la neonata band Luca and Friends, costituendo la compagnia Il Tempo.

Infine, ma non per questo meno importante: Il tempo senza ore ha contribuito notevolmente a farmi conoscere sia tra gli "addetti ai lavori" che al pubblico. Ha vinto il Premio Prunola 2017, primo classificato; il premio Il lato notturno della vita 2017 indetto dalla rivista letteraria Skribi di Firenze, primo classificato; ha vinto il Premio Speciale della Giuria all'IBRSC di Belluno; si è classificato terzo al premio letterario Io scrivo indetto dalla rivista I Giallisti. Insomma, non posso che essere soddisfatto di questo mio lavoro, che sta ancora suscitando parecchio interesse e sta continuando a camminare.

Ti ho visto

La Gru - 2013

Ti ho visto conclude quella che qualcuno chiama la mia personale "trilogia di racconti". Si tratta di dieci storie che in un primo momento non volevo pubblicare, perché mi sembravano molto introspettive, troppo intimistiche e personali. Tuttavia, rileggendole e lavorandoci su al fine di migliorarle, mi sono spesso ritrovato con le lacrime agli occhi, un po' come mi accadeva scrivendo i racconti de Il sole in una lacrima. Alla fine decisi di proporli a qualche editore, rimanendo particolarmente colpito dal fatto che ben tre di loro mi risposero quasi subito con entusiasmo, esprimendo il desiderio di pubblicarli. Dal punto di vista stilistico, mi sento di dire che questo libro è il migliore della trilogia, e questo trova pieno riscontro nel parere unanime dei critici che l'hanno definito il più maturo. Ho lavorato molto sul testo, frase per frase, cercando di rendere il linguaggio il più possibile essenziale, riducendo al massimo il numero di parole in una sorta di "minimalismo narrativo". Lo stile qui è molto sobrio, diretto, senza fronzoli, senza ricami particolari: con poche frasi sufficienti per raggiungere la profondità dell'anima, Ti ho visto è un libro che punta direttamente al sodo. Per me questa raccolta ha avuto un ruolo quasi terapeutico, in un certo senso testimonia la mia guarigione dalla depressione, il prendere consapevolezza del mio passato, il fare pace con me stesso ma soprattutto reca in sé il valore del perdono, della riabilitazione, del nuovo inizio.                                                                                                                          Ti ho visto, una mia personale lode di ringraziamento a Dio, è il racconto più importante che dona il titolo all'intera opera; non a caso è stato posizionato proprio a metà, come che tutto il resto vi ruotasse intorno, costituendo una dichiarazione d'amore che poi trova assonanza negli altri racconti in cui la presenza di Dio è, più o meno velatamente costante. Ti ho visto punta direttamente alla relazione di ogni essere umano con Dio, il riuscire a cogliere la Sua amorevole presenza nel corso della vita al di là del proprio credo religioso. Personalmente, dopo aver pubblicato questa raccolta, ho da subito sentito il desiderio di chiudere con i racconti autobiografici narrati in prima persone, ed è maturato in me il desiderio di lavorare seriamente al mio primo romanzo.

Il sentiero della libertà

Odoya - 2011

Il sentiero della libertà, è considerato da molti un libro di transizione, e obiettivamente parlando anch'io a posteriori lo definirei così. Pur contenendo almeno un paio di racconti a cui sono particolarmente affezionato, nel suo complesso non posso certo definirlo il mio libro migliore. Dal momento che Il sole in una lacrima poteva essere considerato come un libro scritto quasi per scherzo da parte di un individuo che non aveva nessuna intenzione di intraprendere seriamente una carriera di scrittore, Il sentiero della libertà invece nasce proprio da questo nuovo desiderio che si era fatto strada dentro di me, incoraggiato anche dai buoni risultati raggiunti da Il sole in una lacrima. Non avevo intenzione di ripetermi con qualcosa di simile al primo libro, così ho cercato da subito di crearmi uno stile personale, tenendo conto  della mia incapacità di scrivere in modo elaborato e mantenendo quindi la semplicità dei primi racconti, ma allo stesso tempo cercando di assumere un po' di raffinatezza. Detto questo, potrà sembrare strano che Il sentiero della libertà sia stato scritto proprio di getto e forse il suo punto debole è proprio questo. Accanto ai racconti Il crisantemo bianco, che io considero tutt'ora il mio migliore in assoluto, L'ultima lettera e L'ultima lettera di Ubaldo, da molti definiti capolavori, convivono altri che forse avrebbero meritato maggior cura. Il sentiero della libertà invece, il racconto principale che da il nome a tutta la raccolta, e che risulta fino a oggi il mio racconto più lungo al punto che qualcuno l'ha definito "al limite del romanzo breve", prende spunto dal mio desiderio di dare un volto nuovo e attuale al Gesù dei Vangeli, riscontrando che la realtà di oggi non è poi così diversa da quella di duemila anni fa. Qualche amico scrittore mi ha consigliato di riprenderlo e lavorarci per farne un vero romanzo. Ci sto pensando. Il libro è stato pubblicato dalla Odoya, una casa editrice media che può contare sulla grossa distribuzione di Messaggerie. Forse proprio per questo mi ero creato qualche aspettativa, in parte delusa. Il sentiero della libertà non ha ottenuto il successo sperato, e oggi è caduto nel dimenticatoio. Un libro di passaggio, appunto. 

Il sole in una lacrima

Sismondi Editore 2009 - 2017

Il sole in una lacrima, è il mio primo libro. E' importante per me, costituendo il mio esordio letterario nel panorama editoriale italiano, un mondo tanto difficile e insidioso quanto affascinante ed eccitante. Ho sempre avuto l'abitudine di tenere un diario personale in cui scrivere pensieri, riflessioni, sentimenti, sensazioni, poesie ma soprattutto ricordi. C'è stato un lungo periodo della mia vita, in cui scrivevo molto. Ma dal momento che la mia professione infermieristica costituiva praticamente tutto per me, molti dei miei scritti riguardavano soprattutto le persone che incontravo nel mio lavoro: malati e relativi familiari. In quel periodo ero tormentato dalla depressione, e mi rifugiavo nel lavoro per sedare le mie ansie e le angosce; tutto ciò mi aiutava a sopravvivere. Mi dedicavo agli ammalati con una passione che oggi definirei anormale; loro erano la mia ragione di vita, loro erano gli unici che sembravano in grado di comprendermi. Potrà sembrare strano, ma quando una persona è malata gravemente, sembra improvvisamente acquistare saggezza, sensibilità e profondità; loro sapevano guardare nel profondo del mio cuore, e facevano emergere il meglio di me. Così, da semplice professionista, mi trasformavo in un "amico per la pelle" pronto a condividere più dolori che gioie, viste le loro pessime condizioni di salute, votato a donare totalmente me stesso, sacrificando il mio tempo e vari altri aspetti della mia vita. Tra me e loro si era creata una speciale alchimia, un legame quasi karmico, una sorta di tacito accordo: io, sofferente nell'anima, mi prendevo cura del loro corpo, loro si prendevano cura della mia anima. A un certo punto però, il mio diventare marito e genitore ha ridimensionato tutto. Ho cominciato ad aprirmi verso altre realtà e a scoprire che la vita mi stava offrendo molto altro, che io stavo ingiustamente e pericolosamente trascurando. Non che da quel giorno io abbia smesso di fare il mio lavoro con passione, ma semplicemente ho smesso di considerarlo come la mia unica ragione di vita. Il sole in una lacrima raccoglie la storia di quelle meravigliose persone. Ho raccolto tutti i miei scritti dal mio diario e ho ricostruito le loro storie; mi rendo conto che dal punto di vista letterario questo libro è piuttosto ingenuo, dallo stile grezzo e di una semplicità in alcuni punti imbarazzante. Più che un'opera di narrativa, potrebbe essere considerata una sorta di cronaca che si limita a raccontare, ma non giunge mai pienamente alla narrazione. Il sole in una lacrima ha avuto un buon riscontro di pubblico, probabilmente anche per merito di un articolo di Famiglia Cristiana del 15 novembre 2009, che parlava della situazione infermieristica in Italia prendendo il libro come punto di riferimento. Così dopo qualche mese, si è resa necessaria una prima ristampa. Si è piazzato finalista al premio letterario Il Saggio di Eboli, undicesimo classificato tra 300 partecipanti. Nel 2014, essendo cessato il contratto di edizione col primo editore, sono tornato pienamente in possesso dei diritti d'autore. In un primo momento avevo deciso di lasciarlo perdere, gettando il passato alle spalle concentrandomi soprattutto sui progetti futuri. Tuttavia ho ricevuto diverse mail da parte di persone che cercando il libro non riuscivano a reperirlo, così come ho scoperto, con molto piacere devo dire, che diversi studenti di Infermieristica l'hanno utilizzato per comporre la propria tesi. Decisi quindi di cercare un nuovo editore disposto a editarlo nuovamente. Non è stato facile, ma alla fine ho incontrato Franco Pilon della Sismondi editore che ha accettato di lavorarci, ed eccoci quindi con una nuova edizione rivista e corretta.  

Luca Favaro scrittore/ Tutti i diritti riservati
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